Teresa Borri Manzoni (vedova Stampa)

Teresa Borri Manzoni (vedova Stampa)

La seconda moglie di Alessandro Manzoni, Teresa Borri, era nata a Brivio, in Brianza, nel 1799. I suoi genitori, Cesare Borri e Marianna Meda, erano entrambi di famiglia nobile. Con il ritorno della dominazione austriaca, Cesare Borri venne nominato cerimoniere di corte, si trasferì a Milano e accrebbe il suo patrimonio. Teresa aveva due fratelli: Giuseppe, benché laureato in legge, fu scrittore e scultore; Giacomo divenne prete.

A diciassette anni conobbe un amico del fratello Giuseppe, il conte Stefano Decio Stampa e a diciannove anni lo sposò. Da un ritratto a matita fattole a Parigi dal pittore Deveria appare molto bella, dai lineamenti regolari e delicati. Nel Novembre del 1819 nacque il loro unico figlio Giuseppe Stefano, ma già allora aveva iniziato a manifestarsi la malattia di Stefano Decio, la tubercolosi, che nel Dicembre dell’anno successivo lo condusse alla morte. Benché per testamento Stefano Decio avesse assegnato una buona pensione alla madre Julia che viveva a Parigi (e che non si mosse da lì né per la malattia né per la morte del figlio), il fatto di aver lasciato tutto il suo(cospicuo) patrimonio alla moglie e al figlio, fece sì che Julia impugnasse il testamento e facesse causa a Teresa e al nipote. La causa durò molti anni, durante i quali Teresa dovette affrontare parecchi viaggi a Parigi, colloqui con magistrati, procuratori e avvocati; e tutto questo con un bambino piccolo e piuttosto gracile. Era aiutata dal fratello Giuseppe per le questioni legali e dai genitori per la custodia del figlio, che fortunatamente crescendo si irrobustiva. Intanto la situazione economica di Teresa migliorava, sia per un’eredità da parte della famiglia della madre, sia per il buon esito della questione giudiziaria con la suocera, che portò inoltre alla riconciliazione tra suocera e nuora.

Teresa era una donna egocentrica, ma era estroversa, intelligente, colta. Nel 1827 lesse I Promessi sposi, che la entusiasmarono e suscitarono in lei una grande ammirazione per il Manzoni. Il caso volle che attraverso conoscenze comuni, ad Alessandro, vedovo ormai da qualche anno, una sera a teatro fosse presentata Teresa; si frequentarono per un po’ e poi lui le chiese di diventare sua moglie. Teresa, dopo essersi consultata col figlio, allora diciassettenne, accettò.

Le nozze vennero celebrate il 2 Gennaio 1837, la sposa aveva 38 anni e lo sposo 52. Con questo matrimonio, Teresa sconvolse la vita familiare dei Manzoni. Alessandro (per il quale nutriva una sincera stima) e il proprio figlio Stefano furono al centro del suo mondo, ed escluse dalla sua sfera di interesse tutti i familiari del Manzoni. Rese infelice Giulia, la suocera, facendole gradualmente abbandonare il ruolo che finora aveva occupato nella casa e il posto di primo piano nella vita di Alessandro (l’anziana signora morì l’8 luglio del 1841). Quanto ai figli di lui, non li guardò con avversione, ma con indifferenza, non provando per loro alcun interesse. Non riuscì a diventare una seconda madre, e nemmeno una “sorella maggiore”, come disse loro quando vennero a conoscerla prima del matrimonio.

Nel Settembre del 1844 Teresa si ammalò; già da qualche mese si sentiva male, e le fu diagnosticato un tumore all’addome. Veniva curata con frizioni mercuriali e di iodio, ma il tumore aumentava. Nella notte tra il 7 e l’8 Febbraio fu colta da atroci dolori (secondo i medici era il tumore che stava scoppiando!), le furono praticati dei salassi…e ad un tratto si accorsero che aveva le doglie!! Nacquero due gemelle, di cui una già morta; l’altra sopravvisse solo poche ore.

Dopo questo avvenimento la salute di Teresa iniziò lentamente a declinare. Si sentiva male di frequente, spesso esagerava sui suoi malori, si concentrava esclusivamente sulla propria salute, assumeva un atteggiamento da persona perennemente ammalata. Così passarono gli anni fino alla primavera del 1858, quando questa volta Teresa si ammalò veramente. Da anni faceva vita da quasi inferma, aveva quattro cameriere che si occupavano solo di lei, ma dal ’58 in poi iniziò a camminare male, ad aver bisogno della sedia a rotelle, ad avere decubiti e una lunga serie di disturbi. Durò tre anni questo continuo peggiorare. Nell’estate del 1861 Teresa sembrava stare un po’ meglio; il Manzoni era a Brusuglio, la sua casa di campagna. Il 23 di Agosto Teresa, che era rimasta a Milano, morì. Alla notizia della sua morte Alessandro tornò a Milano, si inginocchiò davanti a lei, e poi ritornò a Brusuglio.

Il Manzoni probabilmente visse la morte di Teresa con allo stesso tempo tristezza e sollievo; tanti anni passati insieme, ma spesso pieni di tedio e fastidio; c’era stata la gratificazione per l’incondizionata ammirazione che Teresa nutriva per lui, ma può darsi che inconsciamente Alessandro la incolpasse del “vuoto” di familiari che gli aveva creato intorno.

Dettò, perché fosse posta sul cartello mortuario, questa semplice (se confrontata con le altre epigrafi che aveva scritto per altri familiari) frase: “Pregate per l’anima di Teresa Manzoni Stampa”.

 

Invia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>